L'assorbimento - sia pure parziale - degli asset discografici della EMI, come previsto, ha proiettato la leader di mercato Universal Music verso la soglia del 40 % di market share. Negli Stati Uniti i dati di fine anno collocano la casa discografica controllata dalla francese Vivendi e diretta dall'inglese Lucian Grainge al 39,2 % in termini di vendite, l'8,1 % in più dell'anno precedente: incremento da imputare quasi del tutto alla EMI, che l'anno precedente deteneva una quota del 7,8 %. Alle spalle di Universal e a dispetto di una leggera flessione (- 0,2 %), Sony Music Entertainment si conferma il rivale più agguerrito con una quota di mercato del 30,2 %, mentre Warner Music (- 0,4 %) si deve accontentare - prima che l'assorbimento della Parlophone e di artisti come Coldplay e Pink Floyd abbia cominciato a produrre i suoi effetti più incisivi - del 14,7 %. La classifica per etichette vede primeggiare negli Stati Uniti la Republic, sussidiaria di Universal: il marchio fondato e diretto dai fratelli Monte e Avery Lipman, che ha nel roster artisti come Drake, Lil Wayne, James Blake, Black Sabbath, Lorde e Pearl Jam, chiude il 2013 con una quota di mercato del 9,1 % (+ 0,6 %), lasciandosi alle spalle le due etichette leader della Sony, RCA e Columbia (entrambe posizionate al 7,6 %), Interscope Geffen A&M (7 %), Capitol (6,5 %), UMG Nashville (5,3 %), Atlantic (4,7 %), Island Def Jam (3,7 %), Warner Bros. (3,5 %) e Sony Nashville (2,1 %).