Fedeli alla tattica del bastone e della carota, le major americane starebbero per lanciare un segnale distensivo agli utenti del Web che continuano a scambiarsi illegalmente file musicali. Dopo avere preannunciato azioni legali e richieste pesanti di risarcimento nei confronti di circa 1600 cittadini USA individuati tra i maggiori “pirati” della rete (vedi News), la stessa associazione dei discografici, RIAA, sembra ora voler offrire una scappatoia alla massa dei “file sharers” meno compromessi, amnistiando chi si autoproclamerà colpevole e si impegnerà, compilando un apposito modulo prestampato, a cancellare dai propri computer le canzoni prelevate illegalmente su Internet. <br> La notizia, anticipata dalla Associated Press, non è ancora ufficiale, ma già ha suscitato le prime reazioni tra gli antagonisti della RIAA. “Sarà interessante misurare il grado di timore che l'industria discografica è riuscita ad instillare nel pubblico americano”, ha commentato all'agenzia di stampa americana Fred von Lohmann, uno degli avvocati che assistono la Electronic Frontier Foundation di San Francisco, movimento che osteggia le tesi dei discografici: facendo notare che, a suo avviso, il colpo di spugna promesso dalla RIAA non ha fondamento giuridico, in quanto non metterebbe gli eventuali trasgressori di legge al riparo delle azioni legali di chi, tra i detentori di copyright, non aderisce all'organizzazione.