La discografia USA lancia il primo, annunciatissimo, attacco “ad personam” contro i pirati del Web. La RIAA, associazione di categoria che riunisce major ed etichette indipendenti, ha fatto partire una raffica di citazioni in giudizio contro 250 cittadini americani colpevoli di aver fatto circolare su Internet un migliaio o più di file musicali illegali a testa. Il ricorso ai tribunali era stato da tempo annunciato dall’organizzazione dei discografici, che da maggio in avanti aveva iniziato a diffondere via e-mail oltre quattro milioni di messaggi di “avvertimento” ai trasgressori di legge identificati attraverso le loro connessioni ai servizi peer-to-peer Grokster e KaZaA. Alcuni giorni fa (vedi News) la stessa RIAA aveva invece deciso di usare il guanto di velluto nei confronti dei downloaders "saltuari", proponendo un’amnistia generale in cambio della promessa formale di sospendere subito ogni attività illecita e cancellare dai propri hard disk tutto il materiale protetto. <br> L’iniziativa della RIAA sta trovando, naturalmente, vasto consenso nel mondo musicale americano e internazionale. “La gente sente raccontare delle bugie, a proposito dei danni che la pirateria e il file sharing illegale provocano al nostro paese, non soltanto all’industria musicale”, commenta Lamont Dozier, leggendario autore di innumerevoli successi soul della Motown. “L’economia sta cadendo a pezzi, il sistema industriale del paese sta crollando", conclude in tono apocalittico il songwriter afroamericano. "E il file sharing illegale è una delle pagliuzze che stanno spezzando la schiena del cammello”.