Ogni anno il mese di gennaio fa da contrappeso al rush natalizio delle vendite segnando un calo fisiologico del mercato discografico sia perché i consumatori hanno dato fondo alle loro riserve, sia perché sul mercato si affacciano pochi nuovi titoli. Quest'anno, però, il primo mese dell'anno è caratterizzato negli Stati Uniti da un record negativo assoluto, almeno a partire da quando Nielsen SoundScan ha iniziato a rilevare puntualmente le unità vendute nel 1991. La settimana che si è chiusa domenica scorsa, 12 gennaio, ha infatti registrato vendite complessive pari a 4,25 milioni di album, minimo storico che supera quello della settimana chiusa il 27 ottobre 2013, 4,49 milioni di album. In assenza di grandi best seller capaci di trascinare il pubblico nei negozi fisici e virtuali, il best seller della settimana è risultato essere la colonna sonora del cartone animato Disney "Frozen" con 86 mila copie vendute. Billboard ricorda che tra il 1991 e i primi mesi del 2010 le vendite settimanali di album negli Stati Uniti non erano mai scese al di sotto dei cinque milioni di pezzi. Nell'ultima settimana di maggio di quell'anno i volumi di vendita calarono a 4,98 milioni di pezzi e nell'arco dell'anno furono quattro le settimane in cui non si riuscì a superare la soglia. L'anno di svolta, in negativo, è stato il 2013, con ben 18 settimane nelle quali le vendite sono rimaste al di sotto dei 5 milioni di pezzi. Lontanissimi i tempi d'oro del cd e del mercato discografico: nella settimana prenatalizia del 2000, le vendite di album arrivarono a 45,4 milioni di pezzi. Quell'anno si vendettero complessivamente 785,14 milioni di album contro i 289,41 del 2013.