Perso un format (musicale), RaiDue ne trova subito un altro, a presidiare la prima fascia pomeridiana del sabato destinata ad acchiappare il volatile pubblico “giovane”. Con Top Of The Pops emigrato sui lidi della concorrente Italia 1 (vedi News), a viale Mazzini hanno pensato bene di guardare ancora in Inghilterra, patria europea della musica pop e della TV musicale, per trovare il degno rimpiazzo: scegliendo l'affermato show CD:UK che la indipendente Blaze Television produce e manda in onda su ITV1 dal 1998 per poi adattarlo a tempo record (30 giorni…) al fabbisogno locale con l'aiuto di M.a.d. Entertainment e dell'esperto Marco Balich di Clip Television (la regia è affidata a Francesco D'Argenzio, e lo staff comprende uno degli autori del fu TOTP, Claudio Somazzi). <br> Nasce così CD: Live, in onda ogni sabato pomeriggio (a partire da domani, 27 settembre) alle 14 per 52 minuti filati (in differita: il programma viene registrato di giovedì). Due gli studi televisivi impiegati, uno a Londra (con le inviate Kris & Kris, ex MTV) e uno alla Fiera di Milano dove, nel ruolo di anti-Bossari, conduttore del nuovo TOTP versione Mediaset, c'è il giovane Alvin di disneyana provenienza. E doppio, di conseguenza, anche il cast: che nella prima puntata propone, dall'Italia, Giorgia, Irene Grandi e Nek e, dal Regno Unito, Beyoncè, Mary J Blige, Travis, Madonna, Black Eyed Peas e Nickelback. Le esibizioni (live, su basi o in playback a seconda delle esigenze degli artisti) sono incorniciate dal consueto corredo di news, inserti speciali (annunciato un backstage di Vasco Rossi a San Siro per la prima puntata) e classifiche, stilate questa volta da Datamedia combinando i dati di vendita FIMI/Nielsen con quelli di airplay del Music Control. “Charts che però, a differenza che in TOTP, non sono il perno attorno a cui ruota il programma”, precisa subito il vicedirettore di rete (e già co-fondatore di Videomusic) Roberto Nepote, ansioso di sottolineare le differenze tra il format perduto e quello appena acquistato (a costi, pare, superiori: stante anche la necessità di organizzare due diversi studi e di inviare settimanalmente una troupe nella capitale britannica). “Come dicono quelli di CD:UK, la differenza è che TOTP è un programma che piega gli artisti alle sue esigenze, mentre il nostro sarà uno show al servizio della musica. E che guarderà alle tendenze, non soltanto alle classifiche”, gli fa eco Balich. “In effetti, Top Of The Pops soffriva di una certa ripetitività legata alla formula della chart. E non lo dico solo ora, col senno di poi”, assicura Nepote, che parla di “una specie di miracolo” a proposito della velocità con cui la Rai ha ovviato al buco di programmazione musicale: convinto, giura, di aver cambiato per il meglio. “Abbiamo chiesto garanzie di spazi equiparati, tra Milano e Londra, e li abbiamo avuti. Partiamo da uno share consolidato del 14 %: all'inizio soffriremo un po' la perdita di un brand forte come TOTP, ma sono convinto che poi riusciremo a tenerci il nostro pubblico, se le case discografiche ci sosterranno come speriamo”. Ma perché comprare un altro programma di ideazione straniera? “Ci sono arrivate proposte autoctone alternative, ma bisogna essere realisti. Queste cose noi non le sappiamo fare: e gli artisti stranieri di passaggio in Italia accettano solo di andare a 'Quelli che il calcio'”. Inevitabile chiedergli un commento finale sulla vicenda che ha portato la Rai a perdere la partita con Italia 1: “Semplice, siamo un servizio pubblico e non vogliamo sprecare denaro partecipando a delle aste. A perderci, secondo me, è la BBC: che fa un salto nel buio, e in una fascia oraria meno favorevole”.