Grazie a una nuova e consistente iniezione di denaro (60 milioni di dollari), la piattaforma di streaming audio SoundCloud, nata come strumento per consentire ad artisti indipendenti di registrare, diffondere e condividere la propria musica online, punta - secondo il Wall Street Journal - a coinvolgere le major discografiche nei suoi programmi di sviluppo garantendosi le licenze di pubblicazione del loro repertorio (la notizia non piacerà ai fan della prima ora, che già da tempo lamentano la perdita della sua vocazione originaria e la trasformazione in mera impresa commerciale). Il nuovo (e quarto) round di finanziamenti è pilotato dal Chernin Group e dalla private equity Institutional Venture Partners (IVP), i cui vertici hanno spiegato in un blog che "SoundCloud è lo YouTube dell'audio" e che la società "diventerà la piattaforma dominante nel campo della distribuzione digitale online dei contenuti audio nello stesso modo in cui YouTube lo è diventata per il video". Le nuove risorse finanziarie, ha spiegato un portavoce di SoundCloud, verranno utilizzate anche per sviluppare il prodotto, rinforzare l'organico e incrementare la distribuzione del servizio sui dispositivi mobili. La società ricava denaro anche dagli abbonamenti, articolando la sua offerta ad artisti, etichette e appassionati di musica in modalità gratuita, "Pro" e "Pro Unlimited" (fino a 99 dollari all'anno). Di base a Berlino, nel 2013 ha aperto un ufficio anche a New York.