Dick Parsons, amministratore delegato e “pilota” della macchina Time Warner, ha schiacciato il pedale del freno e cerca di prendere tempo. E le trattative con EMI, a riguardo di una vendita al gruppo britannico della major discografica Warner Music (vedi News), hanno subìto di conseguenza un rallentamento: nel senso che proseguono, ma non in condizioni di esclusività, lasciando la porta aperta anche ad altre opzioni ed ad altre eventuali offerte. <br> Secondo fonti ritenute a conoscenza dei fatti, negli ultimi giorni Parsons e il suo team avrebbe ripreso i contatti anche con Bertelsmann/BMG, la casa tedesca con cui a lungo Warner aveva discusso di una possibile joint venture, prima che differenze di valutazione sul rispettivo valore patrimoniale e divergenze di opinione su chi dovesse guidare la nuova società mettessero uno stop ai negoziati (vedi News). Sembrano confermate anche le voci delle ultime ore che riferiscono di un interessamento da parte dell'imprenditore canadese Edgar Bronfman Jr. (vedi News): l'ex proprietario di Universal si sarebbe incontrato con i vertici Warner, dichiarandosi disposto a rilevarne l'intera divisione musicale, compresa la società di edizioni musicali Warner Chappell (per cui si è già messo in moto un processo di vendita all'asta, vedi News). <br> In questo scenario ancora confuso la EMI (che per il 75 % di Warner Music ha offerto 1 miliardo di dollari in contanti e 600 milioni in azioni) resta la favorita: anche se Parsons non sarebbe molto interessato alle azioni EMI quanto piuttosto a garantire un maggiore afflusso di denaro liquido nelle casse del suo gruppo oberato dai debiti.