Che royalty spetta agli artisti sulle vendite di file audio attraverso piattaforme di download come iTunes e Amazon MP3? Il 50 per cento, come sostiene chi identifica il contratto stipulato a riguardo con le case discografiche come una licenza, o il 15 per cento (in media) riconosciuto dagli accordi standard in relazione alla vendita tradizionale di LP e Cd? La diatriba, innescata dai primi produttori di Eminem, è in corso ormai da due anni e coinvolge un numero sempre maggiore di artisti, a cui si aggiungono ora i Survivor di "Eye of the tiger", mega hit anni '80 popolarissimo anche per l'inclusione nella colonna sonora di "Rocky III". I membri fondatori del gruppo di Chicago, Frank Sullivan e James Peterick, hanno citato in giudizio la Sony Music presso la corte federale dell'Illinois rivendicando le royalty non pagate sulla base del contratto firmato nel 1978 ma anche una parte delle somme incassate dalla major in seguito agli accordi extragiudiziali raggiunti con siti "pirata" quali Napster, Grokster e KaZaA. I musicisti sostengono anche che alle royalties versate la Sony ha applicato deduzioni ingiustificate imputandole a costi di marketing e promozione, e che la major avrebbe minacciato di applicare nei loro confronti la cosiddetta "opzione nucleare", ritirando tout court i master dei Survivor dal catalogo licenziato ad iTunes. Un'arma a doppio taglio, secondo i legali della band, dal momento che proprio con questo comportamento la casa discografica avrebbe dimostrato trattarsi di una licenza (in caso di vendita non è possibile chiedere la restituzione dei dischi al compratore). La Sony, per il momento, non ha risposto pubblicamente alle accuse.