La Zomba è ormai da mesi in mano a BMG (vedi News), e il suo battaglione di vecchi “generali” sta, di conseguenza, rompendo le righe. Tra gli ufficiali iscritti nella lista dei partenti c’era anche Stuart Watson, il managing director internazionale a cui riportava anche l’italiano Roberto Biglia (e che nei primi anni ’90 orchestrò l’apertura della MCA in Italia), il quale però ha deciso di giocare di anticipo, rassegnando le dimissioni prima del previsto per resuscitare la Swat, un’agenzia indipendente di marketing musicale da lui avviata nel 1994. <br> Watson aveva cessato le operazioni dopo cinque anni, nel 1999, proprio per rispondere alla chiamata di Clive Calder, allora proprietario della Zomba. Ma oggi ha deciso di rimettere mano al vecchio progetto, con l’obiettivo di coadiuvare gli sforzi delle case discografiche nei mercati emergenti su cui queste ultime hanno meno tempo, denaro ed energie da investire. “Di questi tempi”, ha spiegato lui stesso al settimanale Billboard, “per i detentori dei diritti e i management degli artisti è importante concentrare le risorse sui mercati musicali consolidati, come gli Stati Uniti, il Giappone, il Regno Unito, la Germania, l’Australia e la Francia. Non possono permettersi di distrarre l’attenzione verso mercati minori, che possono facilmente essere gestiti da specialisti come Swat”. E Watson è già riuscito a convincere clienti importanti della validità delle sue tesi: la sua agenzia curerà tutte le attività di marketing e promozione della V2 nella regione dell'Asia/Pacifico, mentre nella stessa area e anche in America Latina avrà il compito di ricercare partner commerciali e licenziatari per il catalogo americano Tommy Boy. Ma non è tutto, perché Watson mira anche a rappresentare direttamente artisti e management in nazioni in via di sviluppo (sotto il profilo musicale) come Russia, Sud Africa, Israele e i paesi arabi del Golfo. Al suo fianco c’è già un piccolo drappello di altri reduci Zomba come Martin Davis (ex MD della società in Brasile), John Possman (già consulente in Giappone) e Paul Paoliello, ex managing director per l’Australia.