Trentacinque case discografiche inglesi, tra cui la Syco di Simon Cowell, sono finite nel mirino del Fisco britannico. Come riporta il Daily Mail, l'HM Revenue and Customs (organo corrispondente alla nostra Agenzia delle Entrate) avrebbe verificato anomalie nel loro sistema retributivo, dal momento che gli stagisti impiegati al loro interno non verrebbero pagati pur lavorando a tempo pieno. La legge inglese stabilisce invece che un'azienda debba corrispondere a tutti i membri del personale almeno il salario minimo nazionale, nel caso in cui essi svolgano una mansione che altrimenti verrebbe esercitata da un dipendente regolarmente assunto. Il sito dell'HMRC aggiunge che un lavoratore è ritenuto tale se è titolare di un contratto (anche non scritto) p di un altra forma di accordo che lo impegna personalmente a prestare un lavoro o un servizio in cambio di un compenso, si tratti di denaro o di altre forme di "benefit", durante le normali ore lavorative della settimana. A partire dalo scorso anno, ricorda il settimanale Music Week, il governo inglese ha lanciato una campagna informativa con il duplice obiettivo di informare i giovani in cerca di lavoro dei loro diritti e di interrompere le pratiche di sfruttamento nei loro riguardi. Con le notifiche appena trasmesse alle case discografiche, ha spiegato l'assistente direttore dell'HMRC Michelle Wyer, "abbiamo voluto far sapere all'industria musicale che la stiamo tenendo d'occhio".