Due settimane soltanto e il progetto di fusione EMI-Warner, architettato dai rispettivi “boss” Eric Nicoli e Dick Parsons, potrebbe essere pronto da scodellare in mano alle autorità antitrust in agguato da una parte e l'altra dell'Oceano. Lo sostengono, secondo quanto riportano i giornali americani, “insider” ben introdotti nelle due major discografiche, che danno per imminente la messa a punto degli ultimi dettagli dell'operazione. <br> EMI e Warner avevano già cercato di fondersi nel 2000, ma allora vennero bloccate nei loro propositi dalla Comunità Europea, preoccupata di evitare la formazione di posizioni dominanti. Ora le condizioni di forte crisi in cui versa l'industria discografica fanno supporre un atteggiamento più benevolo da parte dei “controllori” del mercato e dunque la possibilità di strappare un nulla osta ad un affare che prevede il trasferimento del 75 % di Warner Music ad EMI in cambio di azioni e di un miliardo di dollari in contanti (vedi News). <br> Se così fosse, nessuna delle quattro major rimanenti sul mercato sarebbe di proprietà americana (EMI è inglese, BMG tedesca, Sony giapponese e Universal risponde a padroni francesi), e Time Warner diventerebbe la prima media company multinazionale a disinvestire nel settore musicale.