Negli Stati Uniti il 2014 sarà, forse, l'anno del definitivo sorpasso del CD da parte dei download. Lo scrive Keith Caulfield su Billboard, osservando che nel primo mese del nuovo anno (dal 1° gennaio al 2 febbraio) gli album scaricati a pagamento sono stati 11,18 milioni mentre i CD acquistati nei negozi di dischi "fisici" e virtuali non sono andati oltre gli 11,10 milioni di pezzi. E' solo la quarta volta che, nei raffronti settimanali, il parziale è a favore dei download, e tre di queste occasioni si sono verificate proprio nel primo scorcio del 2014. Già a partire dal 2011, ricorda Caulfield, i download complessivi avevano sopravanzato i CD: quel dato, però, era frutto di un artificio contabile che incorporava nel conteggio anche le vendite di singoli digitali stabilendo un'equivalenza tra dieci canzoni e un album. Nel 2011 i CD rappresentavano ancora il 67.6 % degli album venduti; successivamente sono scesi progressivamente al 61,2 % (2012) e al 57,2 % (2013), mentre nel primo mese del 2014 la quota si è ulteriormente ridotta al 48,3 %. La cifra sale al 51,38 % se si calcolano anche le vendite di dischi in vinile, che in gennaio hanno rappresentato quasi il 3 % della quantità totale di album acquistati dai consumatori. In Italia, i dati relativi al 2013 appena pubblicati da FIMI e certificati da Deloitte attribuiscono ai download il 32 % del mercato in termini di fatturato e un risultato in crescita in controtendenza con gli altri mercati avanzati. Scaricare musica a pagamento, infatti, sembra già un'attività superata dai tempi e destinata a lasciare progressivamente il campo alla nuova star del mercato musicale, lo streaming.