Modalità di consumo emergente nel settore musicale, lo streaming audio è già incorporato nelle classifiche di vendita (o meglio di gradimento e di popolarità) in Paesi come gli Stati Uniti, la Norvegia, la Svezia e ora anche la Germania. Stando a quanto ha dichiarato ieri in una conferenza a Londra il responsabile musicale di BBC Radio 1 e 1xtra George Ergatoudis, la stessa cosa potrebbe accadere entro l'estate anche nel Regno Unito, per quanto riguarda le charts che conteggiano i singoli. La notizia conferma un'anticipazione fornita la settimana scorsa a Music Week dall'amministratore delegato della Official Charts Company britannica Martin Talbot, che pure era stato più prudente, dichiarando che "ci sono un sacco di verifiche e controlli da fare prima di compiere un passo così importante". "Al momento, e prima di decidere il 'quando', stiamo elaborando il 'come', tenendo conto dei punti di vista di partner e parti in causa", ha spiegato Talbot. "Ci sono molte cose da prendere in considerazione, inclusi i tipi di stream da conteggiare e i moltiplicatori da applicare per equiparare ogni stream a un download". Anche in Italia, come ha spiegato a Rockol a gennaio il presidente FIMI Enzo Mazza, sono stati avviati i primi test per provare a integrare nella classifica dei singoli i dati di streaming e di download. "E' inevitabile", ha detto Mazza, "dal momento che questo è il trend di evoluzione del mercato".