Sono trascorsi poco più di due anni, ma nella breve e concitata storia della musica on-line sembra passato un secolo: chiusa con successo la guerra a Napster (prima versione), una major discografica, la EMI Music, ha autorizzato per la prima volta un sito “legale” di file sharing, l'inglese Wippit, a mettere in rete il suo catalogo musicale digitale, a disposizione degli utenti che intendono scaricare e "condividere" tra loro le canzoni di Robbie Williams, Kylie Minogue, Norah Jones, Rolling Stones e molti altri. C'è un solo limite, al funzionamento del sistema: come succedeva con Napster (e a differenza di quanto accade con gli attuali sistemi peer-to-peer non autorizzati), i clienti del servizio non possono scambiarsi le canzoni direttamente, facendo dialogare tra loro i rispettivi computer, ma devono necessariamente passare attraverso il server centrale gestito da Wippit, che in questo modo (in collaborazione con la casa discografica) ha la possibilità di controllare che sul network non avvenga nulla di irregolare e dannoso per i detentori dei diritti. A differenza di piattaforme alternative come l'iTunes Music Store della Apple, che vendono musica “alla carta”, acquistabile brano per brano, Wippit utilizza il modello classico della “subscription”, che permette a ciascun abbonato di scaricare tutta la musica che desidera in cambio di un canone annuo di 30 sterline. <br> EMI aveva già concesso i diritti d'uso del suo catalogo on-line (140 mila canzoni) per il downloading a pagamento a provider come MSN e Tiscali e a siti musicali come quello di MTV, ma mai prima d'ora aveva collaborato con un servizio imperniato sul file sharing. “Sapevamo che sarebbe successo, prima o poi”, ha commentato l'amministratore delegato della Web company inglese, Paul Myers. “E' come se una casa discografica decidesse di utilizzare HMV ma non i Virgin Megastores, non poteva durare per sempre”. <br> Il sito Wippit, in funzione da tre anni, ha anche firmato di recente accordi di collaborazione con circa 200 etichette indipendenti, tra cui V2, Telstar e Domino. Da dati ufficiali, conta 5 mila abbonati e 160 mila utenti registrati. Il suo fatturato è generato dalla pubblicità e dagli abbonamenti: parte degli introiti viene distribuita tra le etichette secondo un criterio pro-rata, cioè sulla base delle canzoni più richieste e scaricate dagli utenti.