Entra in azione l'artiglieria pesante, sul campo di battaglia che negli Stati Uniti vede fronteggiarsi ormai da qualche anno artisti, produttori e major discografiche sul tema delle royalty digitali (il fronte è stato aperto dai primi produttori di Eminem, F.T.B. Productions, che nell'ottobre del 2012 hanno però composto la vertenza con Universal trovando un accordo extragiudiziale). Il nocciolo del problema riguarda il modo di considerare vendite e ricavi generati dalla musica digitale, che l'industria discografica continua a parificare ai Cd (riconoscendo agli artisti una royalty oscillante in media tra il 10 e il 15 %), mentre la controparte sostiene trattarsi di licenze ex novo che danno diritto a incassare il 50 % dei proventi. Da queste considerazioni nasce anche la richiesta di almeno 10 milioni di dollari che la 19 Recordings, titolare delle registrazioni degli artisti partecipanti al talent show American Idol (tra cui Clay Aiken, Carrie Underwood e Kelly Clarkson), pretende dal partner e distributore Sony Music a titolo di risarcimento danni. "Non volevamo sentirci obbligati a fare causa ma la Sony non ci ha lasciato alternative ed è diventato necessario proteggere i nostri artisti", ha spiegato all'Hollywood Reporter il responsabile musicale mondiale di 19 Entertainment Jason Morey. Il ricorso prende in esame piattaforme di download e servizi di streaming, e contesta in quest'ultimo caso la decisione della Sony di considerare lo sfruttamento digitale dei master musicali come "vendite" o "distribuzioni" piuttosto che come "radiodiffusioni" o "trasmissioni". Le rivendicazioni della società fondata da Simon Fuller e ora controllata dal Core Media Group titolare del programma tv non finiscono lì, dal momento che 19 accusa Sony di avere dedotto in modo improprio dalle royalty pagate agli artisti le spese sostenute in pubblicità televisive per album come "My december" della Clarkson (nella foto) o per la produzione di video musicali, di avere calcolato in modo errato le royalty dovute sulle compilation e sugli album da oltre un milione di copie, di non avere dato conto degli incassi derivanti dalle sincronizzazioni musicali in film e programmi televisivi e di avere detratto in modo ingiustificato le tasse pagate all'estero. Sony, al momento, non ha risposto pubblicamente alle accuse, ma il caso è destinato a creare un precedente importante anche per il giro d'affari coinvolto: da ricordare che 14 dei partecipanti ad American Idol hanno superato il milione di copie vendute, e che la sola Carrie Underwood ha venduto complessivamente con i suoi album quasi 15 milioni di copie.