Alla caccia di denaro da far confluire nella sua società cinematografica, Steven Spielberg dice addio al business della musica. L'etichetta discografica DreamWorks, da lui fondata insieme a David Geffen e Jeffrey Katzenberg, sta per essere venduta alla Universal, che la assorbirà in una delle sue divisioni preesistenti, Interscope Geffen A&M (quando si dice consolidamento: anche queste, un tempo, erano imprese musicali del tutto indipendenti una dall'altra). <br> Secondo il Wall Street Journal, l'operazione costerà circa 100 milioni di dollari alla casa discografica del gruppo Vivendi. Altre fonti aggiungono che la major francese non è invece interessata all'acquisto delle edizioni musicali di Spielberg e compagni, anch'esse in vendita e, da stime, valutabili in altri 2-300 milioni di dollari. <br> Resta da capire, a questo punto, quale destino attenda Mo Ostin/ Lenny Waronker, leggendaria coppia della Warner Bros. degli anni d'oro che Geffen ingaggiò alla DreamWorks nel 1995. Con un comunicato stampa emesso a ridosso delle indiscrezioni pubblicate dal quotidiano economico USA, il capo di Universal Music Doug Morris li ha intanto ringraziati pubblicamente per il lavoro svolto in questi otto anni di collaborazione. Da parte sua, Mo Ostin si è detto convinto che “a dispetto delle sfide che fronteggiano oggi il business musicale, Universal sta per acquisire un patrimonio straordinario, e la sua vendita assicurerà il miglior futuro possibile ai nostri artisti”. <br> Il “roster” dell'etichetta include nomi come AFI, Alien Ant Farm, Blackstreet, eels, John Fogerty, Nelly Furtado, Papa Roach e Rufus Wainwright.