Tra polemiche sanremesi, gli Awards orfani di TV, il mercato in affanno e la pirateria sempre in agguato non è che le buone nuove siano proprio all’ordine del giorno, per la discografia italiana. Ed è dunque con un grosso sospiro di sollievo, probabilmente, che le imprese del settore hanno accolto la notizia di una prossima , pare definitiva risoluzione (per legge) di uno dei più antichi contenziosi dell’industria musicale: quello in corso dagli anni ’80 con l’Enpals, l’ente di previdenza dei lavoratori dello spettacolo che alle case discografiche chiede il versamento dei contributi sulle prestazioni degli artisti, pretendendo di tassare le royalty da loro percepite sulle vendite dei dischi (vedi News). <br> La mediazione del governo, che sulla vicenda ha aperto un tavolo di trattativa, sembra avere prodotto i risultati sperati. Ed ora, nell’ultima riunione tenutasi qualche giorno fa presso il Ministero del Lavoro, le controparti hanno finalmente concordato i contenuti di massima del decreto legislativo che entro fine anno dovrà regolare la materia: le nuove norme dovranno stabilire una retribuzione “convenzionale” per gli artisti che verrà utilizzata come base per calcolare l’imponibile previdenziale, sia per quanto riguarda i contributi futuri che per gli arretrati non corrisposti.