BMG e Sony Music hanno scoperto definitivamente le loro carte: le due major puntano ormai dichiaratamente ad una fusione societaria il cui obiettivo è la creazione di una joint venture al 50 % che includerebbe le rispettive attività discografiche ma non imprese collaterali come edizioni musicali, fabbriche di stampaggio CD e centri di distribuzione. <br> Lo rivelano due comunicati che i vertici aziendali hanno trasmesso nella giornata di giovedì (6 novembre) ai rispettivi dipendenti in tutto il mondo, e di cui Rockol è venuta in possesso. Ma mentre entrambe le società confermano di avere progetti in comune, è interessante notare una sensibile differenza nei toni e nei contenuti dei due “memo” interni, rivelatrice di atteggiamenti assai differenti. Nel suo messaggio, assai breve, il boss della Sony Music, Andrew Lack, si mostra assai prudente, offre commenti laconici e stringati e sottolinea che le due società “sono solo agli stadi iniziali del processo” e dovranno “assicurarsi l’approvazione delle autorità preposte alla sorveglianza dei mercati tanto a Washington che nell’Unione Europea”. Al contrario, i numeri uno di Bertelsmann (Gunther Thielen) e di BMG (Rolf Schmidt-Holtz) si rivelano molto più baldanzosi e prodighi di dettagli, confermando il loro ruolo-guida nell’intera vicenda. E’ BMG, infatti, ad anticipare informazioni sulla sede (New York) e sull’organigramma di vertice della nuova realtà che risulterebbe dalla fusione. “Rolf Schmidt-Holtz”, informa il comunicato della major tedesca (che, significativamente, evita i condizionali), “sarà presidente del consiglio di amministrazione della nuova società, assumendo contemporaneamente un ruolo attivo nella guida dei comitati preposti all’integrazione, all’audit e all’erogazione di buonuscite e liquidazioni”. Sempre secondo quanto comunica Bertelsmann/BMG, Andrew Lack assumerà l’incarico di chief executive officer della nuova major, con Michael Smellie (BMG) nel ruolo di chief operating officer e Kevin Kelleher (Sony) in quello di responsabile finanziario. Firmata la lettera di intenti, aggiungono i vertici dell’azienda tedesca, “il prossimo passo consisterà nello stilare l’accordo finale che governerà la joint venture, e nel sottoporre il progetto alla revisione degli organi antitrust”.