La musica italiana è avvitata su Sanremo e sui talent show, gli spazi per farsi conoscere sono diventati quasi inesistenti, il circuito della musica dal vivo soffoca le aspirazioni e le speranze di chi non si accontenta di fare cover. Intanto, rete e social network offrono una piazza virtuale in cui scambiarsi contenuti, informazioni, consigli, opinioni e far emergere la voglia di cambiamento. E' arrivato il momento, insomma, di "muovere la musica" con una rivoluzione dal basso che provi a rimettere in moto un sistema bloccato. Non è il pensiero di un carneade idealista qualsiasi ma di Alberto Salerno, capitano di lungo corso della musica italiana che ha firmato come paroliere canzoni passate alla storia ("Io vagabondo" per i Nomadi, "Donne" di Zucchero) e che con la moglie Mara Maionchi si occupa da tanti anni di produzioni discografiche. E proprio MuoviLaMusica si chiama l'associazione culturale senza scopo di lucro di cui è socio fondatore con altre sette persone, avvocati, pubblicitari, ristoratori accanto a musicisti come Simon Luca e Giulia Fasolino. La finalità, come spiega la pagina Internet dedicata, consiste nel "sostenere la divulgazione e la pratica della musica in generale, quale strumento essenziale rivolto con maggiore attenzione alla formazione e alla crescita dei giovani al fine di aiutarli a far maturare capacità artistiche, approfondimenti culturali e sinergie sociali, nel rispetto della libertà espressiva di ogni individuo". "Un anno fa avevo creato su Facebook un gruppo intitolato Fare Musica e Dintorni, che aveva raccolto diverse centinaia di iscritti", racconta Salerno ricordando la genesi del progetto che oggi si articola in un sito Internet, una pagina Facebook e un canale YouTube. "Poi, sull'onda di quello che sta accadendo sulla scena politica, mi è venuta l'idea di fondare un movimento per la musica, e di restituire qualcosa del molto che da questo mondo ho ricevuto. Anche perché oggi luoghi dove esprimere autenticamente se stessi non ce ne sono quasi più". A parte i talent show, di cui proprio Mara Maionchi è stata in Italia uno dei volti più noti. "Niente in contrario ai talent, ci mancherebbe, anche se lì si cantano soprattutto cover e poco repertorio inedito. Ci dev'essere spazio anche per altro, e per proposte più originali senza steccati di genere". L'iniziativa è partita su Facebook circa sei mesi fa, anche se l'atto costitutivo dell'associazione risale al 9 ottobre 2013. "Lo statuto", spiega Salerno, "prevede una distinzione tra i soci sostenitori, che finanziano l'impresa, e soci ordinari, che versano una quota di iscrizione annua di 12 euro. In cambio gli assicuriamo una prima consulenza legale gratuita e l'impegno ad ascoltare periodicamente i loro demo, fornendo via e-mail i nostri consigli e giudizi dettagliati per quanto riguarda testo, musica, voce, interpretazione e arrangiamenti. I più meritevoli li segnaleremo sulla nostra Web TV e speriamo di poter diventare, per loro, un ponte con le case discografiche. Mi rendo conto della diffidenza che di solito circonda iniziative di questo tipo: ma ci tengo a sottolineare che noi resteremo totalmente estranei alla stipula di eventuali accordi contrattuali. Abbiamo già individuato due o tre cose molto interessanti su cui bisogna ancora lavorare e riguardo alle quali al momento preferisco non aggiungere nulla di più". Ma chi sono i primi iscritti a MuoviLaMusica? "Gente di tutti i tipi e di tutte le età. E non solo musicisti professionisti o aspiranti tali, c'è anche chi si associa per pura passione. Professionisti, dj di Web radio, giornalisti". "Cercare di rilanciare la musica italiana riportando al centro della scena i principi dell'etica e della cultura, me ne rendo conto, è un'impresa da sognatori. Ma i progetti in cantiere sono tanti: intanto abbiamo già mappato il territorio nominando dei referenti regionali per essere presenti anche nel mondo reale. Una volta raccolto denaro a sufficienza e fatto conoscere il brand, faremo anche altro. Organizzeremo esibizioni live sul territorio. E faremo didattica, promuovendo incontri, tavole rotonde e seminari. Speriamo anche di convincere personaggi importanti della musica italiana a metterci la faccia, a far parte del nostro comitato di probiviri. Ci vorranno tempo, pazienza, tenacia e cervello. Dobbiamo mettere radici, siamo solo all'inizio. Ma è un bell'inizio, e in questa avventura io ci credo molto".