Mancano poche ore al cda di Time Warner che oggi (giovedì 20 novembre) dovrà esprimersi sul futuro di Warner Music, e i bookmakers americani capovolgono i pronostici iniziali, riconoscendo più chances alla cordata Edgar Bronfman Jr.- Haim Saban che alla EMI (vedi News). <br> A giocare a favore del duo di imprenditori sarebbero intervenuti, col tempo, una serie di fattori. Il peso economico dell'offerta, che grazie al contributo dei gruppi finanziari Thomas H. Lee, Bain Capital e Providence Equity, è salito a due miliardi e mezzo di dollari (per l'intero “pacchetto” musicale della società, publishing compreso); il basso rischio di incorrere in veti da parte dell'antitrust e la possibilità di incassare molto più rapidamente il corrispettivo della vendita, nel caso di una vendita a terzi estranei al mondo discografico; e infine, novità delle ultime ore, il fatto che Bronfman e Saban hanno modificato la loro offerta iniziale, in modo da permettere a Time Warner di conservare una quota, fino al 20 %, nella società ceduta: proprio come propone EMI (che offre un miliardo di dollari in contanti per la sola casa discografica) e come desidera il boss della multinazionale americana, Dick Parsons, poco incline ad abbandonare del tutto il settore. <br> Dalla riunione del consiglio dovrebbe arrivare l'indicazione del pretendente con cui avviare, d'ora in poi, trattative esclusive. Sembra infatti che il management Warner non sia orientato ad aprire l'asta anche a potenziali, altri concorrenti i cui nomi erano circolati negli ultimi giorni (imprenditori come Nelson Peltz e George Soros, per esempio). Bronfman, intanto, starebbe già pensando a come organizzare la Warner Music del futuro: l'imprenditore canadese avrebbe già proposto a Jeff Kwatinetz, proprietario della potente agenzia di management artistico The Firm, di assumere un ruolo nella società: sempre che, naturalmente, l'operazione da lui pilotata vada in porto.