Nessun condizionamento, nessuna ingerenza, nessun conflitto di interessi. Giulio Rapetti, in arte Mogol, risponde così alle “insinuazioni” di chi mette in discussione il ruolo suo, e quello del C.E.T. (la sua “università della canzone” di base ad Avigliano Umbro), nel Festival di Sanremo 2004 affidato alla gestione artistica di Tony Renis (vedi News). <br> “E’ la solita cultura del sospetto, tipica di noi italiani”, si è difeso Mogol al telefono con Rockol. “Ho speso, ai tempi, 40 miliardi per costruire la più bella scuola di musica che esiste al mondo, ogni anno perdo denaro di tasca mia nella gestione di un’associazione no profit e il risultato è che qualcuno si permette di mettere in dubbio la mia onestà professionale”. Resta il fatto che il nuovo regolamento del festival, che affida a Mogol un inedito ruolo di consulente/“allenatore” dei cantanti in gara (permettendogli, allo stesso tempo, di proporre artisti e canzoni ai selezionatori), non ha convinto tutti. “E perché mai, perché sono amico personale di Renis da tanti anni?”, replica l’interessato. “Allora, considerate le sue conoscenze nell’ambiente discografico e musicale, le canzoni per il festival non dovrebbe presentarle nessuno. Io, lo sottolineo ancora una volta, non faccio parte di nessuna giuria o commissione, non ho potere di scelta. Ma perché non dovrei invitare i migliori artisti che abbiamo formato alla scuola a presentare del materiale, oggi che sono finalmente maturi per farlo? Perché dovrei chiudergli la porta in faccia? Sono stato chiamato per dare un contributo di qualità: ed è quello che intendo fare”. <br> Al C.E.T., questa settimana, verranno designati i vincitori di un “festival del provino” aperto a tutti gli allievi della scuola: potranno staccare anche loro un biglietto per il Sanremo 2004? “E’ un concorso che allestiamo due volte all’anno, e in cui ascoltiamo e giudichiamo la produzione di chi ha frequentato i nostri corsi. E’ un modo per riconoscere il lavoro svolto e spronare gli artisti ad andare avanti, ma non c’è nessun passaggio automatico verso Sanremo, Tony Renis non è stato neppure invitato ad ascoltare il materiale. Pensate davvero che sia io che lui saremmo disposti a giocarci la reputazione e l’esito di questo festival per farci dei piccoli favori reciproci?”.