Sedici utenti Internet su 100, negli Stati Uniti, scaricano musica a pagamento dai siti ufficiali di downloading che da qualche mese affollano il Web. Il dato si riferisce allo scorso mese di giugno, è contenuto nell’ultimo rapporto trimestrale pubblicato dall’ente di ricerche di mercato Ipsos-Insight e può essere letto da due angolazioni opposte: è ancora molto elevata (84 %) la fetta di appassionati che preferisce procurarsi la musica in rete gratuitamente, in modo più o meno legale; 10 milioni di utenti paganti rappresentano comunque una cifra doppia rispettto quella registrata alla fine dell’anno scorso (quando d’altro canto l’offerta era ancora molto carente: non esisteva ancora, per dire, il celebre iTunes Music Store della Apple né la nuova versione di Napster). <br> Il profilo demografico dei “convertiti” al downloading a pagamento indica una percentuale superiore alla media tanto tra i 18-24enni che tra i 25-54enni (22 e 19 % rispettivamente), mentre risulta inferiore tra i minorenni (12-17 anni), i quali hanno naturalmente anche minore accesso a mezzi di pagamento elettronici come le carte di credito. Circa il 20 % dei “downloaders” legali possiede oggi un lettore portatile MP3. Erano solo il 12 % a fine anno scorso: e dunque sembra aver senso la strategia del boss della Apple, Steve Jobs, che dichiara di vendere musica digitale a margine zero per fare profitto con i suoi iPod (vedi News).