Migliorano i conti di Vivendi Universal, ma non quelli di Universal Music. Nel terzo trimestre 2002, la casa discografica controllata dalla multinazionale francese ha fatto un altro passo indietro sia in termini di fatturato (1.115 milioni di euro) che di profitti (4 milioni di euro contro i 16 dell'anno precedente): condizionati, questi ultimi, dalle vendite in calo e dalla proporzione crescente di prodotto distribuito, e insufficienti a ribaltare una situazione che, da gennaio a settembre 2003, vede il gruppo incassare un deficit operativo di 38 milioni di euro. Il management si vede dunque costretto a ricorrere ancora una volta ai ripari, e annuncia altre iniziative di riduzione dei costi, che implicheranno molto probabilmente altri tagli alle strutture e all'organico(in tutte le filiali del gruppo?). <br> Universal Music, che qualche mese fa ha dato il via negli Stati Uniti a una campagna di riduzione dei prezzi di vendita dei CD (vedi News), intende proseguire su questa strada: i cambiamenti di prezzo, spiega una nota diffusa a margine dell'ultimo report economico-finanziario, “sono necessari per garantire all'industria una buona salute nel lungo periodo, anche se possono avere un impatto negativo nel breve termine”.