La strategia di espansione “strisciante” adottata da Microsoft sul mercato della musica digitale (l'azienda di Seattle è appena diventata fornitrice di software della grande catena commerciale Wal-Mart in occasione del debutto del suo servizio di downloading, vedi News), sta preoccupando e irritando non poco i concorrenti: primo fra tutti l'acerrimo rivale e concittadino RealNetworks, che contro l'azienda di Bill Gates ha avviato una causa in tribunale. <br> Rob Glaser, titolare della società ed ex dirigente Microsoft, accusa Gates di voler monopolizzare il mercato e pretende un risarcimento danni da un miliardo di dollari, oltre all'immediata interruzione di ogni comportamento anticoncorrenziale: fornendo automaticamente (e illegalmente, secondo lui) il software di riproduzione audio e video Windows Media ai numerosissimi utenti dei sistemi operativi Windows, Microsoft impedirebbe a RealNetworks e al suo “player” multimediale concorrente Real One di giocarsi regolarmente le loro carte sul mercato. <br> Con una mossa che gli osservatori giudicano di carattere squisitamente tattico, RealNetworks non ha depositato la sua azione legale nello stato di Washington, dove entrambe le società hanno sede, ma in California, nel cuore della Silicon Valley: dove Bill Gates è assai meno popolare e molte aziende del settore informatico non vedono di buon occhio il predominio di Microsoft. L'azienda di Seattle, come è noto, è tutt'altro che nuova ad accuse di comportamenti anticoncorrenziali, rivoltegli da concorrenti (come Sun Microsystems per Java e Time Warner per Netscape) e dagli stessi organi governativi federali, ma secondo alcuni esperti legali non dovrebbe avere troppe difficoltà a parare i colpi di RealNetworks. A suo favore giocherebbe il fatto che esiste comunque un libero e facile accesso, sul mercato, a diversi software di riproduzione audio e video, e che sono stati i consumatori stessi a decretare la supremazia di Microsoft nel settore: secondo una recente indagine Nielsen, gli utenti del Windows Media Player superano oggi del 50 %, negli Usa, quelli che impiegano Real One per ascoltare musica o vedere filmati su Internet.