Un po' di ottimismo, per iniziare l'anno nuovo, non guasta: e così la discografia Usa si rimette al lavoro traendo buoni auspici dal rush degli acquisti natalizi (nell'ultima settimana del 2003 le vendite hanno superato del 20 per cento quelle dell'anno precedente) e dalle notizie che danno in calo, nel paese, il download illegale di musica da Internet. Quest'ultimo dato sarebbe confermato da una recente indagine secondo cui, tra il 18 novembre e il 14 dicembre scorso, il numero di utenti Internet che hanno scaricato musica dalla rete si è praticamente dimezzato rispetto alla precedente rilevazione del maggio 2003, passando dal 29 al 14 %. Lo studio, realizzato da comScore Media Metrix, non specifica se il dato si riferisce ai siti legali o a quelli “pirata”, ma altre ricerche recenti assicurano che i clienti di KaZaA, il programma più usato per scambiare musica sul Web, sono calati del 15 % tra il novembre 2002 e 2003: merito, anche, della criticatissima iniziativa dell'associazione dei discografici RIAA che dallo scorso mese di settembre (vedi News) ha cominciato a convocare in tribunale centinaia di cittadini statunitensi (oltre 400, finora) ritenuti colpevoli di scaricare illegalmente musica da Internet (e molti hanno preferito interrompere subito l'attività incriminata e patteggiare un risarcimento piuttosto che affrontare un processo). <br> Intanto l'ente di rilevazione Nielsen SoundScan informa che nel 2003 la discesa agli inferi del mercato discografico ha quasi subìto uno stop: le vendite di album sono calate, è vero (del 3,6 %), ma molto meno che nei due anni precedenti. Hanno ragione i giornali americani, secondo cui l'industria discografica sta finalmente uscendo dal suo buco nero?