Noto anche ai consumatori italiani più scafati e attenti alle offerte del panorama musicale on-line, il negozio “elettronico” CD Wow è finito in questi giorni nel mirino dell'associazione dei discografici inglesi. Il grande emporio musicale virtuale, gestito da una società che fa base a Hong Kong, aveva recentemente conquistato larghe fette di mercato a danni di concorrenti consolidati come Amazon, Fnac e Tower Records in virtù di politiche commerciali particolarmente aggressive, che prevedono anche l'abbuono delle spese di spedizione(182 milioni di dollari il giro d'affari per il 2003). Ma la British Phonographic Industry (BPI) sostiene che le sue offerte a prezzi stracciati, molto inferiori a quelle praticate dalla concorrenza, sono il frutto di pratiche illegali di importazione parallela, punibili per legge. La BPI confida di vincere la causa in tribunale dopo la condanna inflitta alla catena di supermercati Tesco, colpevole di vendere in Inghilterra, a prezzo ribassato, jeans della Levi's importati illegalmente dall'Europa Orientale. Ma Philip Robinson di CD Wow ribatte che la sua società opera in un contesto perfettamente legittimo con il consenso delle case discografiche multinazionali. <br> La vertenza innescata dalla BPI non è l'unica ad affrontare di petto il problema dell'importazione parallela di Cd. Tra i potenziali bersagli dell'industria discografica inglese ci sono anche il negozio on-line americano Play.com e il sito britannico di Amazon: quest'ultima, tuttavia, ha già replicato seccamente, sostenendo di operare in tutti i territori nel pieno rispetto delle leggi che tutelano i copyright e la concorrenza.