La Francia isola felice nel mare in tempesta della discografia mondiale è solo un ricordo. E se già il 2002 era stato un anno in rosso, il 2003 si tinge di nero: 15 milioni di meno gli album venduti negli ultimi dodici mesi, nove milioni i singoli, e giro d’affari in conseguente calo vertiginoso (-14,6 %, 1,1 miliardi di euro). Solo Warner (14,2 %) e BMG (9,4 %), le due major più piccole, hanno accresciuto la loro quota di mercato sul territorio transalpino, mentre sono calate le market share di Universal (33,6 %), Sony (20,5 %) ed EMI (18,1 %). In flessione le vendite di tutti i generi di repertorio, con la sola eccezione del jazz: merito dell’effetto Norah Jones, il cui “Come away with me” è risultato essere l’album più venduto in Francia nel 2003. Segnale positivo, l’ascesa al top di un’esordiente: non fosse che, spiegano i discografici, causa la crisi di mercato il numero di nuovi artisti francesi messi sotto contratto è stato quattro volte inferiore all’anno precedente. <br> Tutto il mondo è paese, dunque: e anche Gilles Bressand, presidente dell’associazione nazionale di categoria Snep, attribuisce il crollo delle vendite alla pirateria, alla “concorrenza sleale” esercitata dallo scambio gratuito di file in rete e alla mancata riduzione dell’Iva. “C’è un solo problema, e si chiama pirateria”, ha aggiunto il presidente della Universal France Pascal Negre. “Se la gente pensasse che la musica che c’è in circolazione è di scarsa qualità non passerebbero tutto questo tempo a scaricare le canzoni dalla rete”.