Adriano Pappalardo, Daniele Groff, Dj Francesco, Mario Rosini, Mario Venuti, Marco Masini, Neffa, Stefano Picchi, Massimo Modugno coi Gipsy Kings, Morris Albert con Mietta: alla fine sono dieci i distribuiti sanremesi di Universal, la casa discografica che pure, in aderenza al dettato dell’associazione di categoria Fimi, si era ufficialmente “disimpegnata” dal festival (vedi News). <br> “Sono tutti artisti che non abbiamo presentato noi, appunto: ma non potevamo certo impedire alle etichette distribuite di partecipare” dice Piero La Falce, presidente e amministratore delegato della major. Che, a differenza dei suoi colleghi in Fimi, ha mantenuto un atteggiamento collaborativo nei confronti della Rai e di Tony Renis, non solo dandosi da fare per portare all’Ariston alcuni ospiti internazionali, ma anche garantendo le licenze necessarie a confezionare la compilation del festival. “Ho spinto perché il disco, finalmente unico e in vendita a prezzo ridotto (13,90 euro), venisse distribuito anche nei negozi (dalla Self, vedi News): i rivenditori non meritavano di essere tagliati fuori da questa opportunità”, spiega La Falce. “Come imprenditore”, aggiunge, “ho ritenuto giusto non tirarmi indietro da un’operazione potenzialmente di successo. Lo stesso vale per gli ospiti: i Black Eyed Peas vengono a Zurigo e hanno un giorno libero prima di ripartire per Los Angeles. Perché non avrei dovuto proporgli di passare da Sanremo?”. La Falce lo ammette: “La mia è un’operazione al limite, ‘on the edge’, come dicono gli americani: ho cercato di conciliare il rispetto di una posizione associativa di mancata partecipazione alla gara con un’apertura nei confronti della Rai e dell'organizzazione, tenendo di vista anche gli interessi della mia azienda". Perché non distribuire direttamente la compilation, a quel punto? “Facendolo, quel limite lo avrei oltrepassato”.