Parte maluccio - anzi proprio male, considerata la caratura e i numeri fatti in passato - il nuovo album di Mariah Carey, "Me. I am Mariah... the elusive chanteuse". I dati raccolti da Nielsen Soundscan, relativi al mercato statunitense, parlano chiaro: nella settimana di uscita, il disco ha venduto 58.000 copie, arrivando al numero 3 della classifica di Billboard. L'ultimo album della Carey che conteneva pezzi inediti, "Memoirs of an imperfect angel" (del 2009) aveva debuttato sempre al numero 3 della chart di Billboard, ma con quasi il triplo di copie vendute: 168.000. Peraltro - facendo riferimento all'epoca Nielsen Soundscan, strumento introdotto all'inizio degli anni Novanta - il peggior risultato di Mariah Carey, fino a ora, era stato registrato nel 1991, quando il suo "Emotions" debuttò al numero 4 della classifica, con 156.000 copie vendute in una settimana. C'è anche da sottolineare come la Carey fra il 1991 e il 2008 abbia inanellato ben sei dischi finiti al top della classifica. Probabilmente uno dei fattori che ha contribuito a questa performance non buona è il lasso di tempo trascorso fra questo e il lavoro precedente: ben cinque anni, cosa mai accaduta prima con la Carey. Purtroppo anche i singoli tratti da "Me. I am Mariah... the elusive chanteuse" non sembrano riscuotere molti consensi; l'ultimo uscito - "You're mine (eternal)", di marzo - è rimasto una sola settimana nella top 100 dei songoli e non ha superato la posizione numero 88, come piazzamento.