Hardcore e techno a rischio di censura, dopo che il governo ha deciso di emanare una nuova normativa per regolare l'attività delle discoteche italiane? E' il timore di Enzo Mazza, direttore generale della Fimi, che all'on. Giampiero D'Alia (Udc), relatore del progetto di legge Giovanardi in Commissione Affari Costituzionali della Camera, ha scritto una lettera per chiedere chiarimenti sui contenuti del provvedimento. <br> Le preoccupazioni di Mazza e della Fimi si concentrano sull'art 3 del progetto di legge che, dopo una serie di disposizioni riguardanti i livelli dell'emissione sonora nei locali pubblici, fa riferimento anche ai “ritmi di programmazione della musica”: e dunque, sembrerebbe di capire, ai famosi bpm (beats per minute) che misurano la velocità delle battute, ritenuti forse corresponsabili degli stati di alterazione e sovreccitazione che caratterizzano alcune frange del “popolo della notte”. <br> “Il disposto”, scrive Mazza a D'Alia, “potrebbe portare a delle interpretazioni ambigue per il mondo musicale che, ove non chiarite, rischiano di limitare gli spazi a disposizione per la diffusione di alcuni generi musicali, quali ad esempio la dance, che rappresenta un settore consistente del mercato discografico italiano. Sono certo – conclude Mazza - che non sia questo l'intento del Legislatore e quindi la nostra Federazione fa appello alla Sua disponibilità per chiarire tale disposizione, la cui ratio non dovrebbe pregiudicare le potenzialità dell'espressione artistica”.