A conferma delle voci che circolavano già dal febbraio scorso, a partire dal 6 luglio la classifica ufficiale dei singoli compilata dalla Official Charts Company britannica incorporerà gli audio stream registrati su servizi come Spotify, Deezer, Napster, O2 Tracks, rara.com, Unlimited di Sony Music e Xbox Music (escluse invece le visualizzazioni su YouTube e altre piattaforme video). "Abbiamo cominciato a pensarci seriamente circa sei mesi fa: avevamo osservato una tale crescita nelle cifre dello streaming che era evidente la necessità di intervenire", ha spiegato il direttore della OCC Martin Talbot all'NME. "Dal gennaio 2013 a oggi gli stream sono passati da 100 milioni a 260 milioni a settimana: lo streaming rappresenta un progresso nei confronti del download nello stesso modo in cui quest'ultimo aveva preso il posto di CD e vinili. Le classifiche hanno sempre rispecchiato il modo in cui ogni settimana i consumatori ascoltano le canzoni più popolari. Per progredire e confezionare una chart significativa era necessario incorporare anche lo streaming". L'NME ricorda che dal 1952 - anno della loro nascita - a oggi le classifiche britanniche avevano conteggiato solo le vendite. In base alle nuove regole, 100 stream (di durata superiore ai 30 secondi) equivarranno a un acquisto: la novità, almeno per il momento, non si estende alle classifiche degli album. "Abbiamo deciso di scegliere una cifra tonda perché è facile da capire", ha spiegato Talbot. "La nostra classifica ha una trasparenza che desideravamo mantenere. Il tetto massimo è di 10 stream al giorno per utente: in questo modo un fan ultraentusiasta degli One Direction che ascolti ininterrottamente il loro nuovo singolo per una settimana non potrà distorcere le cifre". Le classifiche inglesi hanno cominciato a conteggiare i download a partire dal 2004. Lo streaming audio è già incorporato nelle classifiche di Paesi come gli Stati Uniti, la Norvegia, la Svezia e la Germania, mentre i primi test sperimentali sono stati avviati anche in Italia.