Contro il file sharing pirata si stanno mobilitando, negli Usa, anche gli “attorney general”, i ministri della giustizia dei singoli stati della Confederazione da cui dipendono le procure distrettuali. Lo rivela l’Hollywood Reporter, magazine di riferimento per l’industria dello spettacolo americano, appena venuto in possesso di una bozza di lettera firmata dal capo del dipartimento di Giustizia della California, Bill Lockyer, e destinata ai gestori dei programmi peer-to-peer come KaZaA e Grokster. <br> Lockyer e i suoi colleghi degli altri stati americani vogliono fare pulizia del materiale illecito che circola su Internet: nel loro mirino ci sono soprattutto i pedofili e coloro che approfittano della rete per diffondere informazioni “sensibili” per la sicurezza nazionale, ma anche la tutela dei sistemi informatici dall’attacco dei virus e la protezione dei copyright musicali e cinematografici. “Il file sharing”, recita la lettera che Lockyer e gli altri “attorney” si preparano a spedire ai gestori dei programmi p2p , “si è dimostrato dannoso e costoso per molti cittadini. Scriviamo – continua la missiva – per esprimere la nostra crescente preoccupazione sui rischi a cui vengono sottoposti i consumatori dei nostri stati in conseguenza dell’uso dei vostri software e per l’inadeguatezza delle risposte da voi fornite rispetto a tali rischi”. <br> Anche se non si sa quando l’iniziativa entrerà nel vivo, negli Usa provoca già polemica l’indiscrezione secondo cui il testo della lettera sarebbe stato redatto (e poi trasmesso a Lockyer) dalla MPAA (Motion Picture Association of America) la potente “lobby” che riunisce le grandi società cinematografiche di Hollywood. Ma Van Stevenson, rappresentante dell’organizzazione per gli affari legislativi, lo ha negato, pur ammettendo di essere parte diretta in causa: “Abbiamo dato un input, certo, noi come altri. E ci fa piacere che Lockyer esprima preoccupazione per questo argomento, dato che cinema e musica sono la linfa vitale dell’economia californiana”.