Dal 1° ottobre, nel Regno Unito, il diritto a confezionare parodie, caricature e prese in giro di messaggi pubblicitari, canzoni o altre opere dell'ingegno sarà sancito per legge. La House of Lords britannica, infatti, ha deliberato un nuovo testo normativo - intitolato "Copyright and Rights in Performances (Quotation and Parody) - che intende mettere fine alle diatribe sollevate dalla rielaborazione a scopo umoristico dei contenuti protetti da diritto d'autore. Il nuovo schema legislativo, ha spiegato alla stampa il ministro conservatore per la proprietà intellettuale baronessa Lucy Jeanne Neville-Rolfe, è stato adottato su richiesta di diversi siti che promuovono la creatività condivisa e che "nel corso degli anni hanno incontrato problemi insormontabili con avvocati e titolari dei copyright". "Uno dei modi che i promotori di una campagna hanno di mettere in luce pratiche d'affari discutibili", ha aggiunto il ministro, "è di parodiare il brand o gli slogan di una società. Nell'attuale quadro legislativo farlo comporta però rischi considerevoli di un'azione legale e di vedersi bloccati la diffusione dei materiali. Il governo ritiene che sia arrivato il momento di cambiare la legge". La preoccupazione principale del governo non sembra dunque riguardare la salvaguardia dele parodie musicali (del tipo di quelle che hanno consentito in queste settimane a Weird Al Jankovic di conquistare la vetta delle classifiche americane), ma è ovvio che le nuove disposizioni si applicheranno anche in quell'ambito. La delibera del Parlamento britannico ha ricevuto il plauso dell'Open Rights Group, movimento secondo il quale "bisognerà comunque assicurarsi che il nuovo diritto alla parodia possa essere utilizzato e non venga contrastato in modo inappropriato nei tribunali. Va comunque detto che vedere la parodia entrare nei testi di legge è un grande risultato per il governo e per tutti coloro che hanno appoggiato la proposta, dai gruppi di pressione ai comici e parodisti di YouTube che si sono uniti alla nostra campagna".