Non erano poi così infondati i timori della direttrice di BBC Radio Helen Boaden, che già lo scorso anno preconizzò l'eventualità del sorpasso - da parte di piattaforme di Web streaming musicale come Deezer e Spotify - dell'etere tradizionale: secondo una ricerca condotta nel Regno Unito dall'autorità indipendente competente per le società di comunicazione britanniche, la Ofcom, circa le abitudini di ascolto settimanali di un campione di oltre 17.000 persone, nella fascia di età tra i 16 e i 24 anni la percentuale di fruitori che preferiscano il proprio computer (o smartphone, o tablet) supera di sei punti - attestandosi al 30% - quella di coetanei ancora fedeli alle tradizionali stazioni radio, ferma al 26%. Sempre nella stessa fascia anagrafica, l'ascolto di musica su supporto fisso - Cd o vinile - scende a un trascurabile 4%: "E' l'evoluzione del fenomeno che portò il download a soppiantare i supporti fissi"; ha commentato all'NME Martin Talbot, della Official Charts Company, agenzia che stila le classifiche di vendita comprendendo - dall'inizio di quest'anno, e solo per quanto riguarda quelle riferite ai singoli - anche i dati forniti dalle piattaforme di streaming: "Stare al passo con i tempi per chi fa il nostro lavoro è fondamentale, e lo streaming non poteva non essere considerato".