Diciassette milioni di americani hanno smesso di scaricare illegalmente musica da Internet, convinti soprattutto dal timore di finire in tribunale. Lo sostengono gli ultimi dati raccolti e diffusi dalla RIAA, l’associazione dei discografici statunitensi che da mesi (ora imitata da altre analoghe organizzazioni, anche in Italia, vedi News) ha aperto una caccia casa per casa ai pirati musicali del Web. La tattica adottata sembra funzionare, se si prendono per buoni i risultati dei sondaggi e delle interviste a campione: dalle quali risulta diminuita anche la frequenza dei download da parte di coloro che non hanno smesso di scaricare musica dalla rete senza autorizzazione. Il 38 % di questi ultimi, infatti, avrebbe ridotto l’uso di Internet per procurarsi musica gratis esattamente per gli stessi motivi: la paura di essere raggiunti da una citazione in giudizio. <br> Non tutti gli studi sul tema, però, arrivano alle stesse conclusioni. Una ricerca resa pubblica in questi giorni dal Pew Internet and American Life Project sottolinea un incremento nel numero di persone che dichiarano di scaricare musica da Internet, 18 % contro il 14 % del precedente sondaggio: ma in questo caso la cifra comprende tanto i downloader in regola con la legge che i “pirati”. Solo il 17 % degli intervistati, però, precisa di ricorrere a servizi legali a pagamento, mentre cresce del 3 % (al 23 %) il numero di coloro che ammettono di condividere musica, video o altri file con altri utenti della rete.