A dispetto della lotta senza quartiere ai falsari promessa dal governo locale, la Russia resta il maggior esportatore mondiale di Cd pirata: anche perché gli impianti di produzione in funzione nel paese hanno una capacità produttiva, 370 milioni di pezzi all’anno, nettamente superiore al fabbisogno domestico (che ammonta a meno di 80 milioni). In una lettera indirizzata al quotidiano americano Wall Street Journal il direttore generale in Russia della Universal Music, David Junk, ricorda che Cd pirata provenienti dall’ex Unione Sovietica sono stati intercettati in altri 26 territori e che il valore del mercato illecito, nel paese, è cresciuto nel 2003 di un altro 6 %, a 331 milioni di dollari. <br> Le parole di Junk smentirebbero così le recenti dichiarazioni del ministro russo per l’Economia e il Commercio German Gref, che fornivano notizie rassicuranti sull’andamento della guerra ingaggiata ai pirati. E sottolineano un risvolto curioso ed anche inquietante: almeno otto delle fabbriche di Cd sospettate di produrre supporti audio e video pirata sono di proprietà dello stato.