Portare l’Italia tra i primi cinque paesi al mondo nella raccolta dei diritti connessi (le somme di denaro che le case discografiche raccolgono, anche per conto degli artisti, dagli utilizzatori di musica registrata: radio, televisioni, webcaster, operatori telefonici, locali pubblici): con questo programma ambizioso Gianluigi Chiodaroli resterà per altri due anni alla guida della SCF - Società Consortile Fonografici per Azioni, l’agenzia di “collecting” che da quattro anni rappresenta le maggiori etichette italiane nelle trattative che riguardano il pagamento di royalty e diritti per lo sfruttamento economico del repertorio.<br> Durante il suo precedente mandato, la società ha incrementato la raccolta di denaro da 13,60 a quasi 18 milioni di euro, siglando o rinnovando accordi economici con televisioni a carattere nazionale (RTI/Mediaset e Rete A), con i rappresentanti della piccola emittenza radiotelevisiva (FRT e Aranti Corallo) e con le associazioni di categoria della grande distribuzione (Coop, Faid, ecc). “Come nel biennio precedente”, ha dichiarato il neoconfermato presidente illustrando il suo programma, “cercheremo da un lato di rafforzare la struttura, dall'altro punteremo a espandere l'attività verso le nuove opportunità di business come il webcasting e la telefonia mobile” <br> Laureato in giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano, Chiodaroli ha alle spalle una lunga esperienza nel settore discografico: prima all’ufficio legale della Ricordi e poi, dal 1994 fino al marzo scorso (vedi News), alla EMI, dove negli ultimi due anni ha ricoperto l’incarico di Vice President Human Resources and Strategic Business Development. Nel 2000 è stato tra i promotori della costituzione della SCF.