Era il giugno del 2012 quando Rockol riferiva di una accesa competizione per aggiudicarsi il controllo del nuovo dominio Internet con suffisso .music, destinato a facilitare l'accesso degli utenti a siti di carattere musicale: erano otto le società che, versando 180 mila dollari a testa, avevano presentato domanda alla autorità competente (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers o ICANN) al fine di assicurarsene l'esclusiva - rinnovarla costerà comunque almeno 25 mila dollari all'anno - e tra esse, oltre a Far Further (una coalizione cui aderiscono organizzazioni del settore musicale come RIAA e NMPA e le indipendenti A2IM e Impala), figurano assi pigliatutto del Web come Google e Amazon. Proprio A2IM - acronimo di American Association of Independent Music - e Far Further si sono ora rivolte alla ICANN con una lettera aperta in cui manifestano la preoccupazione che siano i colossi di Internet ad aggiudicarsi il dominio assumendo una posizione di eccessivo controllo sullo scenario della musica digitale: solo la coalizione, sostengono i suoi promotori, è in grado di rappresentare gli interessi dell'industria musicale e degli artisti al di là di chi opera nel settore per meri scopi di lucro. "Temiamo che il vero obiettivo di Google e di Amazon sia di massimizzare i profitti, e che dunque esse non metterebbero in atto le salvaguardie richieste per garantire il necessario supporto all'industria, alle singole etichette e agli artisti", ha dichiarato a Billboard il presidente di A2IM Rich Bengloff. "Noi, invece, vogliamo assicurarci che solo i legittimi proprietari abbiano accesso prioritario a questi domini". Bengloff spiega, ad esempio, che un dominio .music controllato dall'industria musicale consentirebbe all'etichetta Concord Music di avere un diritto di prelazione su un sito denominato Concord.music e a un suo artista come Paul McCartney di esercitare un analogo diritto sul sito paulmccartney.music. Le attuali regole imposte dall'ICANN non tengono conto di queste considerazioni ma mirano sostanzialmente ad assegnare la potestà del dominio al miglior offerente.