La ex residenza romana del boss mafioso Enrico Nicoletti, legato alla tristemente nota banda della Magliana, diventerà (dal 21 aprile 2005, data già fissata dell’inaugurazione) un polo importante della vita musicale e culturale capitolina. Più precisamente una Casa del Jazz: modellata sull’esempio della francese Maison du Jazz e dislocata nel parco di Villa Osio, costruzione in stile neoclassico e neorinascimentale che Arturo Osio (uno dei fondatori della Banca Nazionale del Lavoro) fece edificare a fine anni ’30 sui ruderi di un vecchio casale seicentesco. <br> Il progetto di riconversione e di ristrutturazione, deliberati dal Comune di Roma che ha ereditato, dopo la confisca a Nicoletti, la proprietà dell’immobile, sono stati affidati all’ente paracomunale Azienda Speciale Palaexpo (gestore di eventi culturali nella capitale) e a Zètema-Progetto Cultura. A fine lavori, alla Casa del Jazz verranno destinati tre edifici su una superficie complessiva di 2.500 mq: un auditorium da 500 posti circa(utilizzabile anche per registrazioni fonografiche) con annessi biblioteca e archivio audiovisivo multimediale, una sala prove e d’incisione e una foresteria destinata ad accogliere i musicisti ospiti; nel parco, a disposizione del pubblico, funzioneranno anche un ristorante e una caffetteria. A curarne la direzione artistica sarà Luciano Linzi, il manager discografico da poche settimane uscito dal gruppo Warner Music (dove era a capo dell’etichetta CGD East West, vedi News): che torna così al vecchio amore, il jazz, coltivato ai tempi in cui, negli anni ’80, organizzava i tour italiani di Keith Jarrett e, con la Gala Records, produceva i dischi di artisti come Enrico Rava, Roberto Gatto, Enrico Pieranunzi, Maurizio Giammarco e Dee Dee Bridgewater.