Cinquecento milioni di persone - questa la stima dei clienti iscritti a iTunes in tutto il mondo - fanno un miliardo di orecchie, ha riflettuto Bono parlande del potenziale bacino d'ascolto di "Songs of innocence", il nuovo album degli U2 concesso in download gratuito (per il cliente, ha specificato il frontman, ma non per la Apple) alla piattaforma musicale online della casa informatica californiana: controversie, su questo dato, non ne sono sorte, ma circa le effettive prestazioni presso il pubblico dell'ideale successore di "No line on the horizon" il dibattito è aperto. Secondo Billboard, l'autorevole testata di riferimento dell'industria del disco a stelle e strisce, l'ultima fatica di Bono e compagni - a 24 ore dalla presentazione - avrebbe fatto segnare 200mila download nei soli Stati Uniti: "una stima completamente imprecisa", ha ribattuto a stretto giro la Universal, etichetta della band, che però non ha fornito numeri da opporre a quelli trapelati. Fatto sta che - sempre secondo Billboard - la mossa del quartetto dublinese avrebbe suscitato più di una perplessità presso gli addetti alla distribuzione tradizionale e non: con i rivenditori preoccupati dall'ampia (e soprattutto gratuita) esclusiva anticipazione digitale - che potrebbe veder abbassare le stime di vendita della fatidica prima settimana da 450/500mila a 150mila unità), i vertici della label - secondo fonti ufficiose - si starebbero ingegnando per rendere più appetibile l'acquisto del disco anche presso tutti gli altri circuiti digitali, pensando - ad esempio - all'inserimento di tracce extra - i ben informati parlano di tre bonus track diverse da quelle che saranno presenti nelle versioni fisiche da concedere solo ad un riservata cerchia di grandi distributori - non presenti nella prima versione resa disponibile su iTunes. La trovata architettata da Guy Oseary, subentrato allo storico Paul McGuinness alla fine dello scorso anno come manager della band, ha sicuramente avuto un fortissimo impatto mediatico. Il posizionamento ai piani alti delle headline, però, ha lasciato sul campo anche qualche effetto collaterale: sono in molti, infatti, ad avanzare dubbi sulle modalità di presentazione e distribuzione di "Songs of innocence". Parte dei clienti di iTunes, ad esempio, non hanno affatto gradito che una copia del disco venisse inserita - senza il loro consenso - nel cloud delle library dei loro dispositivi: "intrusione", questa, alla quale non è possibile rimediare con una cancellazione. L'eco del malcontento si è riverberata sui media di mezzo mondo: se siti di appassionati - e affatto ostili all'azienda di Cupertino - non hanno esitato a definire "il canto del cigno di iTunes" l'operazione "Songs of innocence", anche testate più autorevoli e pacate - come il Washington Post - non hanno esitato a definire "junk mail distopica" la distribuzione "forzata" del disco.