Un nuovo spettro, persino più spaventoso del downloading pirata, agita i sonni dell'industria musicale americana (e, di riflesso, mondiale): le trasmissioni radio in digitale. Il timore delle etichette discografiche è che il netto miglioramento qualitativo della ricezione audio consentito dalle nuove tecnologie invogli il pubblico a registrare dai canali radiofonici le sue canzoni preferite, con conseguenze potenzialmente disastrose per chi vive sulla vendita dei dischi: e per questo motivo l'associazione che le rappresenta, RIAA, sta facendo forti pressioni sul governo federale affinché la copia di trasmissioni radiofoniche sia considerata illegale e punibile alla stregua del file sharing non autorizzato. <br> L'organizzazione di categoria dei discografici ha scelto come interlocutore la FCC, l'autorità federale preposta a vigilare sulle attività commerciali, affinché quest'ultima provveda ad includere misure di tutela dei copyright nel pacchetto di raccomandazioni che deve formulare entro il 16 giugno riguardo al settore della radio digitale: per raggiungere lo scopo, però, sarebbero necessari appositi software anticopia che renderebbero più costosa la tecnologia ritardandone anche l'utilizzo da parte di numerosi operatori. L'idea non piace naturalmente all'associazione nazionale delle emittenti radiotelevisive né a quella delle aziende di elettronica di consumo, che hanno bollato le preoccupazioni della RIAA come “prive di fondamento”.