Nei tre, tempestosi anni trascorsi al timone della major, Alain Levy si è guadagnato la fiducia degli ambienti finanziari londinesi (che guardano con soddisfazione alla crescita del titolo azionario EMI) e del presidente del gruppo Eric Nicoli. Tanto che al manager francese, già artefice del successo PolyGram negli anni '90, lo stesso Nicoli ha deciso di rinnovare il contratto per altri cinque anni, da qui al 2009, aumentandogli lo stipendio base da 700 mila a un milione di sterline (1,51 milioni di euro: senza contare le opzioni azionarie e i “bonus” agganciati ai risultati di gestione: che ora potranno triplicare, anziché raddoppiare, la retribuzione annua fissa). <br> In cambio, Levy ha rinunciato ad una clausola del suo contratto che gli garantiva un indennizzo pari a due volte la sua paga base, nel caso in cui la casa discografica inglese venga venduta o fusa con un'altra società (ora la somma equivale ad un solo stipendio annuo). Cifre faraoniche? La EMI assicura di no, sottolineando che i presidenti e amministratori delegati delle altre major guadagnano tutti di più.