A smuovere le acque, qualche ora fa, è stata una voce riferita dalla testata specializzata Techcrunch, secondo la quale il piano di Apple per Beats - la società fondata da Dr Dre e Jimmy Iovine acquisita alla fine dello scorso maggio per la cifra monstre (che, poi, si scoprì non essere nemmeno troppo monstre, per la casa di Cupertino) di 3 miliardi di dollari - sarebbe molto semplice: smantellare la società senza perdere troppo tempo e chiuderla. A sostegno della tesi il sito citava diverse fonti interne al colosso informatico, che parlava di team di ingegneri spostati da Beats a altri progetti - iTunes, su tutti - e, più generalmente, di cervelli in fuga - o, meglio, fatti fuggire - dalla creatura del mentore di Eminem e Tupac. A strettissimo giro è arrivata la puntualizzazione ufficiale dell'azienda, per bocca del portavoce Tom Neumayr: contattato da Re/Code, il responsabile delle pubbliche relazioni dell'azienda ha definito il report di Techcrunch "non vero" senza, però, aggiungere altro. Di certo, riferiscono diversi osservatori e analisti statunitensi, qualcosa si sta muovendo nel quartier generale della casa della mela: con il famoso affare da oltre tre miliardi di dollari l'azienda un tempo guidata da Steve Jobs non solo è entrata in controllo del servizio di streaming, Beats Music, ma anche della celebre - e molto redditizia - linea di cuffie e prodotti audio, ad oggi punta di diamante (anche alla voce utili) della società di Dre e Iovine. Sembra lecito, tuttavia, interrogarsi su quali possano essere gli scenari futuri. Il progetto di Apple, e l'operazione che ha coinvolto - e continuerà a farlo, per ancora almeno un paio d'anni - gli U2 ne è la prova più lampante, è molto più ambizioso rispetto all'impegno in un segmento di mercato - quello dello streaming - ancora relativamente vergine per la casa californiana. Per creare un nuovo formato "anti-pirateria che faccia tornare alla gente la voglia di comprare i dischi", come ha svelato Bono, occorre una vera e propria rivoluzione globale. E Beats, se non la chiave di volta, potrebbe esserne il laboratorio: perché in molti, anche dopo la smentita (vaga) di Neumayr, stanno continuando a parlare di "progressive grosse modifiche" a Beats. Un processo di mutazione continua che potrebbe culminare in un'operazione di rebranding che, quando accadrà, toglierà il velo sul piano definitivo che, nelle war room di Cupertino, dovrebbe cambiare il modo - anzi, i modi - di ascoltare la musica così come li conosciamo oggi...