Madonna dà l’addio alla Maverick ma non al gruppo Warner. Il duro testa a testa tra la pop star e la major discografica, che alle accuse di non rispettare gli obblighi contrattuali e di distorcere le informazioni finanziarie a suo favore aveva replicato attribuendo a lei e al suo staff la responsabilità di una gestione fortemente deficitaria sotto il profilo economico (66 milioni di dollari il “buco” accumulato negli ultimi cinque anni, vedi News), si è conclusa nel modo pronosticato dai più: con l’acquisizione del pacchetto di maggioranza dell’etichetta da parte della Warner, che già ne controllava il 40 % sulla base dell’accordo di joint venture che, circa undici anni fa, aveva dato vita all’impresa discografica della cantante. <br> Secondo quanto riporta il quotidiano New York Post, Edgar Bronfman Jr. e i suoi finanziatori, nuovi padroni della Warner, se la sarebbero cavata relativamente con poco: si parla di circa 10 milioni di dollari, inclusi i diritti sul back catalog (Alanis Morissette, Michelle Branch, Deftones…), mentre in tribunale la signora Ciccone in Ritchie aveva chiesto di essere risarcita dei presunti danni con 200 milioni di dollari. Madonna possedeva il 35 % della Maverick insieme a Ronnie Dashev, a sua volta liquidato con una somma di entità non precisata: il nuovo accordo, che prevede la permanenza dell’etichetta come realtà a sé stante, assegna a Warner il 75 % del capitale, garantendo la continuazione del rapporto di lavoro col direttore artistico dell’etichetta, Guy Oseary, cui resta in mano il 25 % del pacchetto. <br> Nel comunicato stampa diramato per ufficializzare la fine delle ostilità, il nuovo capo della Warner in Nord America, Lyor Cohen, parla di soluzione conveniente per tutti: ma agli osservatori sembra evidente che è la major ad uscire vincitrice dal confronto. Ingoiata la pillola, Madonna resterà comunque legata al gruppo, avendo un contratto artistico tuttora valido con l’etichetta Warner Bros.