Le spericolate operazioni finanziarie con cui ha portato Vivendi Universal a coltivare sogni di grandeur planetaria e poi a vacillare sull'orlo della bancarotta finanziaria stanno presentando il conto, una dopo l'altra, a Jean-Marie Messier. L'ex amministratore delegato della multinazionale francese, informano le agenzie internazionali, è finito in carcere a Parigi con l'accusa di manipolazioni sospette delle quote azionarie della società: sulla scia degli attacchi terroristici americani dell'11 settembre 2001, lo spregiudicato manager francese avrebbe deciso di riacquistare 21 milioni di azioni Vivendi, violando le leggi che in Francia regolano il funzionamento della Borsa. <br> L'arresto di Messier, hanno precisato le forze francesi di polizia, è una misura precauzionale che non implica automaticamente la sua colpevolezza. Era stato lo stesso manager, nel marzo scorso, a richiedere un'indagine della Finanza francese per chiarire la sua posizione e scagionarsi da ogni accusa: ma ora rischia di veder aperta, nei suoi confronti, un'inchiesta formale che lo porterebbe ad un'incriminazione per reati penali. <br> Estromesso da Vivendi Universal nel luglio del 2002 con l'accusa di aver dato corso ad una politica dissennata di acquisizioni culminata in un dissesto finanziario (il suo sogno era di competere con i giganti cinematografici di Hollywood e con i colossi mondiali di Internet), Messier gestisce oggi una società di consulenza finanziaria che porta il suo nome. All'apice della sua avventura in Vivendi, utilizzava (a spese dell'azienda) diversi jet privati e un appartamento newyorkese da 30 milioni di dollari situato nella lussuosa Park Avenue.