Invece di riprodurre un video alla volta, selezionato dall'utente cliccando uno dei filmati consigliati sulla home page oppure digitando nome dell'artista e titolo della canzone desiderati sulla barra di ricerca, i nuovi canali musicali YouTtube - il cui lancio, atteso per fine estate, dovrebbe essere ormai imminente - consentiranno anche di ascoltare più brani in sequenza assemblati in una playlist: lo ha dichiarato alla Reuters un anonimo "insider" confermando che l'offerta sarà declinata sia in forma gratuita (con copertura da parte delle inserzioni pubblicitarie) che a pagamento (in abbonamento). Nel frattempo verrà aggiornato anche il servizio d streaming di Google All Access che, dopo l'acquisizione di Songza, integra ora un servizio di raccomandazione musicale. Con questo approccio "a tridente" la società di Mountain View punta ad accaparrarsi una fetta crescente del mercato emergente dello streaming musicale e soprattutto dei consumi musicali in mobilità tramite smartphone e tablet. "Quel che sia Google che YouTube hanno a loro favore sono le loro enormi e attive basi utenti", ha commentato alla Reuters Alex Luke, ex dirigente di EMI Music riciclatosi come venture capitalist presso il Valley Fund, che tuttavia considera potenzialmente confusionaria per il consumatore un'offerta così ampia e differenziata. Lanciato sedici mesi fa, finora All Access non è riuscito a impensierire Spotify, restando ancorato - secondo alcune stime - a una base utenti analoga per dimensioni a quella di Deezer e Rhapsody. "Una situazione statica", ha osservato il ricercatore Mark Mulligan di Midia Research sostenendo che, in forza del suo brand, delle sue risorse economiche e della sua base utenti, Google dovrebbe essere in grado quanto meno di rivaleggiare con l'impresa svedese capeggiata da Daniel Ek.