In procinto di debuttare (dopo l'incorporazione di Beats) sul mercato dello streaming, Apple sarebbe intenzionata ad abbattere il prezzo standard degli abbonamenti, 9,99 dollari o 9,99 euro al mese, e dunque a fare uno sgambetto a Spotify, a Deezer e agli altri maggiori operatori di questo mercato. Soprattutto se le case discografiche accetteranno (come fecero dieci anni fa ai tempi del lancio di iTunes) di ridurre l'entità delle loro richieste economiche per concedere le licenze sul loro repertorio. Lo scrive il sito di news tecnologiche Re/code, osservando che a diferenza dei maggiori rivali solo la casa di Cupertino avrebbe la forza economica e le spalle abbastanza robuste da ritoccare al ribasso un tariffario che alle condizioni attuali - e in attesa di un auspicato boom degli abbonamenti a pagamento - non permette ancora alle imprese del settore di ripagarsi le spese e generare un profitto. "L'elefante nella stanza per Apple e Beats Music rimane Google, non Spotify", rileva Andrew Flanagan di Billboard (che ha inutilmente cercato di ottenere un commento sull'indiscrezione da parte della casa della mela e delle tre major). "Il gigante dei motori di ricerca - se le etichette non dovessero accettare le condizioni (le indie saranno certamente reticenti) - è il solo concorrente in questa corsa ad avere tasche abbastanza profonde da poter gestire in perdita il suo imminente servizio di streaming per un lungo periodo di tempo, se fosse necessario".