Billboard parla di una nuova "British Invasion" - rievocando i tempi in cui Beatles, Rolling Stones, Who e Kinks diedero l'assalto alle classifiche americane a metà anni Sessanta - per descrivere l'impatto degli artisti nati nel Regno Unito sui servizi di streaming: in particolare su Spotify, dovre il 19 per cento della musica ascoltata in tutto il mondo ha attualmente origine nelle isole britanniche. Tra i giovani recordmen figurano Ed Sheeran, che con l'album "X" aveva battuto in luglio il record assoluto di ascolti nella settimana di uscita (quasi 23,8 milioni di stream), Calvin Harris - la cui "Blame" è diventata la prima canzone a collezionare dieci milioni di stream in una settimana nel mondo - e il gruppo dance Clean Bandit, che con "Rather be" figurano attualmente al primo posto per numero di stream nell'arco anno, circa 32 milioni di "plays" su piattaforme come Spotify e Deezer: un risultato superiore a quello ottenuto da Pharrell Williams con "Happy" e da John Legend con "All of me", secondo e terzo classificati. "La prestazione eccellente che la musica britannica nel suo complesso sta ottenendo su Spotify suggerisce che il nostro eccezionale patrimonio musicale ci può mettere nella situazione di rivendicare una porzione ancora maggiore del mercato mondiale della musica registrata nell'era dello streaming", ha osservato al riguardo il presidente dell'associazione britannica dei discografici BPI Geoff Taylor. "Nel momento in cui inizia l'ultimo, intenso trimestre dell'anno, la lista di nuove pubblicazioni in arrivo da parte di artisti come Calvin Harris, One Direction, Jessie J e Rumer promette una solida performance dei gruppi britannici in cima alle nostre classifiche di streaming".