Potrebbe tornare sui piccoli schermi statunitensi, dopo il tonfo negli ascolti che ne provocò la cancellazione, l'edizione statunitense di X Factor, il talent show musicale che - nel Vecchio Continente - per il momento non ha sperimentato defaillance alla prova della messa in onda: ne è convinto il creatore e titolare del format, Simon Cowell, che - nel corso di un'intervista rilasciata al Financial Times - ha giudicato la ritirata sul mercato d'oltreoceano un sorta di errore di valutazione. "Sono stato stupido a dichiarare, prima ancora della partenza della prima edizione, 'faremo 20 milioni di spettatori'", ha spiegato il capitano della SyCo: "Non avevo considerato che il mercato ormai cambia molto velocemente, e così - ascolti alla mano - ne facemmo registrare 12. Allora mi sono sentito come se avessi fallito, e tutti i miei collaboratori provarono la stessa cosa. Avrei dovuto pensare: 'Per come stanno le cose, 12 milioni sono un risultato eccezionale'. E tenere la bocca chiusa. Credo che gettare la spugna sia stato un errore". "Penso che potremmo tornare", ha poi ipotizzato Cowell: "La particolarità di X Factor è che il pubblico sa cosa aspettarsi: se ci siamo detti di partire da una base di spettatori di 5 o 6 milioni di unità, sappiamo che il nostro compito sarà costruire il resto dell'audience di quella base, non su una inferiore. E non è poco, considerando che la stessa stima, per una nuova serie televisiva, può partire da un milione. C'è una ragione perché X Factor produce più star di ogni altro talent show: da noi non ci sono trucchi, come sedie che girano (riferimento a The Voice, ndr) o pannelli che vanno su e giù. Credo sinceramente che ancora oggi il nostro sia il format migliore".