"Il 2014 è l'anno della morte dell'album da un milione di copie?" titola, più o meno, il Guardian inglese osservando che negli Stati Uniti, quest'anno, nessun supporto a lunga durata ha raggiunto finora la fatidica soglia del "disco di platino" (un milione di copie, appunto). A essere precisi un'unica eccezione, come Rockol ha già avuto occasione di ricordare, ci sarebbe, ed è rappresentata dalla colonna sonora di "Frozen" della Disney (2,7 milioni di copie nel primo semestre); ma se si prendono invece in considerazione i soli titoli pubblicati da singoli artisti alle sue spalle si apre una voragine che vede tanto Beyoncé che Lorde, rispettivamente seconda e terza nelle vendite annuali, ferme nel 2014 a circa 750 mila copie (entrambi i dischi, come del resto lo stesso "Frozen", sono usciti nel 2013). Sulla base di questi dati, il sito Death and Taxes dà praticamente per scontato che al platino quest'anno non ci arrivi nessuno (un risultato storico, ma in negativo). Gli insider sperano invece che il sortilegio possa ancora venire infranto da Taylor Swift e Foo Fighters, entrambi pronti a giocarsi le carte migliori entro fine anno, mentre sembrano ben più deboli le speranze di aggrapparsi a uscite non annunciate da parte di Adele, Rihanna e Lady Gaga (da poco nei negozi con il disco in duo con Tony Bennett). Succeda o no, sembra evidente che - prima con il download e poi con lo streaming - il mercato di massa si stia spostando progressivamente verso il consumo dei singoli e di canzoni come avveniva fino agli anni Sessanta. Come ricorda il Guardian, le certificazioni delle vendite e dei dischi di platino da parte dell'associazione dei discografici statunitensi RIAA sono iniziate nel 1976: il primo dei 344 album a fregiarsi finora del riconoscimento è stato il "Greatest hits 1971-1975" degli Eagles.